La mia Ferai – quarta parte (di Andrea Ibba Monni)

Nel 2014 accade qualcosa: iniziamo a trovarci a disagio in un posto che non ci apparteneva del tutto. È l’anno in cui nascono i primi problemi con la gestione dello spazio in via Ada Negri, l’anno in cui proviamo a collaborare con una scuola di danza ma capiamo che dobbiamo assumerci tutte le responsabilità e firmare ogni errore, ogni fallimento solo col nostro nome.

Troviamo subito uno spazio: un seminterrato di quasi 300 mq in via Eroi d’Italia a Pirri, Cagliari; davanti un ampio parcheggio, sopra un esercizio commerciale sfitto; il posto è caldo d’inverno e fresco d’estate (sì: è umido) ed economicamente possiamo provarci. Andiamo via da via Ada Negri e dalla scuola di danza in punta di piedi, senza polemiche e con molta gioia ma da li a poco inizio a rendermi conto di quanto fosse importante il passo. Fortunatamente Ga’ è sempre presente a tenermi coi piedi per terra e passo dopo passo iniziamo a ingranare.

Inauguriamo lo spazio con due delle tre giornate del Baratto Teatrale “Zoi” (100 performance in tre giorni) ma in via Eroi d’Italia, al Ferai Teatro Off sono soprattutto gli anni degli eventi natalizi per bambini, gli anni dei grandi successi come “I monologhi della Vagina” e “Cuore di Tenebra”. La nostra scuola si articola in quattro classi: Odeon, Drury Lane, La Fenice e Kammerspiele e tentiamo l’esperimento della classe di commedia musicale “Ferai Singing” che dura due anni.

E arrivano, tra i tantissimi, due membri di quello che sarà lo staff della compagnia a partire dal 2018: Roberta Plaisant e Andrea Mura.

Roberta Plaisant, negli anni ‘70 era una timida bambina che sognava di diventare un’attrice. Il teatro è per lei mezzo col quale esprimersi e creare empatia. Durante una sua performance sui tessuti aerei conosce Ga’: comincia così, nel 2013, la sua esperienza con Ferai con cui porta in scena “I Monologhi della Vagina: Donne con la D Maiuscola” e “La dolce morte di Virginia G.”. In costante formazione nello staff Ferai è attrice e performer con l’obiettivo di contribuire a un teatro in cui abbattere le distanze fra pubblico e attori: un teatro “immersivo” in cui immergersi.

Andrea Mura classe 1983, vede il teatro come un modo per uscire dalla realtà quotidiana e una passione sempre più forte. Ha iniziato a recitare quasi per caso dopo aver partecipato ad una prova della classe Ferai/La Fenice. Nella compagnia è attore, membro dello staff informatico, regista e attore di “Vincenzo: l’uomo diventato Santo” e si sta formando nella parte tecnica luci. Il teatro del futuro per lui è di protesta, deve trattare argomenti scomodi e usa messaggi chiari e forti per arrivare alla gente.

 

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