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Le voci di Ferai: Ilenia Cugis (di Roberta Mossa)

Ciao Ilenia, parlaci un po’ di te: chi sei, come e quando nasce la tua passione per il teatro.

Ciao, Roberta! Mi chiamo Ilenia e ho 29 anni. Sono cresciuta in un paese piccolo e brutto che si chiama Capoterra, ma come tutte le infanzie passate in posti piccoli e brutti, nonostante mi sia trasferita a Cagliari a 17 anni, qualcosa di quella vita mi ha segnata per sempre. Sin da bambina ho avuto un forte interesse per l’arte e la letteratura, ho scritto il mio primo romanzo a 9 anni e ho sempre disegnato e dipinto. Ho perfino suonato la batteria in un gruppo punk rock durante l’adolescenza, che tempi! Poi un giorno, dopo la separazione dei miei genitori, mia madre è stata per un periodo coinquilina di Andrea Ibba Monni, che ho conosciuto nel 2006 quando io ero solo una adolescente, poco prima che lui incontrasse Ga’ e nascesse Ferai Teatro. Un pomeriggio del 2007 sono andata a vedere uno spettacolo in cui recitava Andrea, si chiamava “Voci nel Buio”, e per la prima volta assistevo a qualcosa che non fosse una di quelle commedie che ci portavano a vedere a scuola. Da lì il teatro ha iniziato a stuzzicarmi. Ma è stato il primo spettacolo di Baratto Teatrale, “Air Can Hurt You“, a Flumini, a farmi capire che c’era un buco nella mia vita che la scrittura, la pittura e la batteria non erano riusciti a colmare. Mi sono iscritta così al primo corso di recitazione di Ferai.

Il tuo primo personaggio teatrale?

In un laboratorio o in uno spettacolo?

Il primissimo!

Allora, il primo personaggio che ho interpretato è stato il Serpente de “Il Piccolo Principe“. Era il laboratorio nella chiesa di Santa Lucia che Andrea e Ga’ tenevano proprio agli inizi-inizi. Posso dire che ero veramente un cane e che non so cosa mi abbia fatto credere abbastanza in me da farmi continuare, perché ti giuro che il mio Serpente è stato il più triste esordio della storia.

Quanti anni avevi?

Diciassette! Era il 2008.

Piccolissima! Spero che ci siano dei reperti video!

Io spero di no!

E il tuo personaggio preferito tra quelli che hai interpretato?

Scegliere un personaggio preferito è molto difficile perché ci sono alcuni spettacoli e alcuni personaggi che ho interpretato che mi sono entrati dentro e che non sono mai più usciti. Ci sono alcuni giorni in cui apro gli occhi sul mondo ma gli occhi che apro non sono i miei, sono quelli di Medea. Ci sono notti in cui mi sveglio e sono Dorra e non riesco a dormire perché rivivo ricordi che non sono miei. Ho avuto tre profonde crisi con il teatro e con l’arte, durante la prima di queste, parlando con Ga’, gli dissi che forse il teatro non faceva per me, perché ciò che interpretavo mi si radicava dentro in maniera troppo profonda. E Ga’ mi aveva risposto “Potresti pensare che invece è proprio per questo che il teatro fa per te”.

Quindi è un lavoro molto introspettivo, e qui mi viene da chiederti, come crei un personaggio?

Innanzitutto analizzo le informazioni che ho a disposizione: il copione (se c’è un copione), il testo (se c’è un testo) e le indicazioni registiche. Comprendere il testo e comprendere le indicazioni della regia, è la base del mio lavoro. Poi si può passare alla seconda fase, quella di ricerca. Si tratta di un personaggio realmente esistito? Ne studio la vita, le opere, l’immagine. Si tratta di un personaggio della letteratura? Leggo tutto ciò che è stato scritto, cerco dipinti. E in tutto ciò, cerco chi ha già interpretato questo personaggio e studio come l’ha fatto. Il personaggio nasce proprio nella testa del mio regista e nessun altro l’ha mai creato prima? Approfondisco direttamente con il regista. La fase tre è quella di creazione vera e propria. A questo punto seguo due percorsi che devono andare di pari passo e sono strettamente intrecciati: il percorso tecnico e il percorso emotivo. Il percorso emotivo ha alla base quello che io e il personaggio abbiamo in comune, come esperienze e sentimenti, quindi è un percorso molto interiore. Il percorso tecnico mi serve per fare in modo che ciò che è interiore diventi anche esteriore, mi serve per trovare tecnicamente la voce, i movimenti, le espressioni, del personaggio, di modo che anche il pubblico capisca tutto il percorso emotivo. Se capita che io ne trascuri uno a discapito dell’altro e in quel caso, qualsiasi sia quello trascurato, il risultato è mediocre.

Un’ultima domanda Ilenia, so che stai preparando uno spettacolo (#Foodporn), mi sembra interessante questo rapporto tra teatro e cucina che so che è un’altra tra le tue passioni. Puoi raccontarci qualcosa? Senza spoiler, ovviamente!

#Foodporn nasce da un’idea di Andrea che ha reinterpretato, cambiato e riscritto alcuni aneddoti sulla mia vita e sulle mie ricette, creando un copione che io (e non solo io) ho trovato geniale fin dalla prima lettura! #Foodporn è un esperimento teatrale gastronomico, lontano dal modo in cui siamo abituati a vedere la cucina nello spettacolo, lontanissimo dai cooking show, molto vicino, invece, a quello che può succederti quando vai a casa di qualcuno che ti dice “oh no, sei arrivato così, all’improvviso! Non ho niente da offrirti!” E poi tira fuori dalla dispensa, dal frigo, dal forno, ogni genere di coccola culinaria, mentre ti racconta gli ultimi 30 anni della sua vita.

Molto figo, se non ho capito male prevede la partecipazione del pubblico che assaggerà le tue ricette… Non vedo l’ora di vederlo in scena! Grazie Ilenia per la chiacchierata, solo una piccola cosa: visto che fai parte anche del cast di FeraiExtravaganza, me lo dici almeno tu chi è la coniglia???!

Se guardi bene dentro di te, scoprirai che in fondo in fondo, la coniglia, sei proprio tu!