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Hole of fame: – United States of Alexa

Ferai Teatro presenta “Hole of fame – United States of Alexa” scritto e diretto da Ga’

in scena sabato 25 e domenica 26 marzo alle ore 19:00;

sabato 1 e domenica 2 aprile a lle ore 19:00

Silvery Fox Factory, via Dolcetta 12 a Cagliari.

Biglietto unico: 10 euro (prenotazioni via WhatsApp/Telegram/SMS al 3755789748).

La trama: Wuchen è nato il giorno di Santa Cristina; il bullo che lo picchiava a scuola si chiamava Christian con l’acca; durante l’infanzia ha maturato un odio spropositato per Cristina D’Avena, simbolo e prodotto di una televisione generalista di destra che ci ha cresciuto con l’idea che i bambini sono creature stupide e indifese da riempire di idiozie e da proteggere con la censura. L’imprecazione preferita di Wuchen è “Cristo io la croce non la volevo portare” ma la vita la croce ce la mette lo stesso. La vita ci spezza, noi riempiamo le fratture con qualcosa di più forte. A Wuchen però non è bastato riempire le fratture. Lo troviamo addormentato o forse è morto?

Sul volto il sorriso soddisfatto di chi ha fregato il mondo, quel mondo che gli ha sempre fatto schifo, Wuchen ha trovato il modo di non morirci in quel mondo schifoso perché ne ha creato uno nuovo. E in questo mondo ha dato libero arbitrio a tutti i suoi mostri. Su Soulbook, il successore spirituale (letteralmente) di Facebook, l’ultimo post di Wuchen è tuttora il più ripostato e condiviso ma è una citazione di Lacan:

Avete agito conformemente al desiderio che vi abita?”

Tratto dall’omonimo romanzo “United State of Alexa” – che non esiste – la storia di Wuchen e dei suoi chat bot senzienti è la storia che nel 2059 ha commosso il web.

Il cast: Andrea Ibba Monni, Anastasia Battani, Marco Carrus, Gianluca Chabert, Alessandra Curreli, Gianni Farris, Donatella Mudu, Alice Ollano, Donatella Pettinau, Carlotta Sanna, Ivone Maria Soares.

Ecco a voi – prima serata

Ferai Teatro di Ga’ e Andrea Ibba Monni presenta “Ecco a voi – prima serata”, uno spettacolo comico di Andrea Ibba Monni con Francesca Cabiddu e Katia Massa.

Ospite d’onore la drag queen Amanda No.

Sabato 21 gennaio ore 19:00, ingresso gratuito con donazione libera (no prenotazioni) presso la Silvery Fox Factory, via Dolcetta 12, Cagliari.

La serata è interamente dedicata alla raccolta fondi per rendere il Pride 2023 accessibile alle persone con disabilità grazie ad Arc Cagliari e a tantə amicə sponsor:

– BallysmòS asd;

– Black wave;

– Federica Pittau;

– Francesco Cossu;

– Manu’s Style;

– Rainbow City Café.

Durante la serata saranno messi in palio i premi offerti dagli sponsor oltre che quattro biglietti per i due nuovi spettacoli di Greta Sofia: “Diva” e “Furore”, le nuove produzioni di Ferai Teatro per la primavera 2023.

Durata: 90 minuti.

Ferai: Tutti pazzi per la TV – Christmas edition

Sabato 11, domenica 12, sabato 18 e domenica 19 dicembre alle ore 19:00 va in scena “Tutti pazzi per la TV – Christmas edition”, scritto, diretto e interpretato da Ilenia Cugis, Giulia Maoddi, Andrea Mura, da un’idea di Andrea Ibba Monni, prodotto da Ferai Teatro.
Ecco la trama:
Anno 2025: è la notte di Natale e finalmente Valeria Marini è Presidentessa della Repubblica, Maria de Filippi è Premier e Giulia de Lellis Ministra della Pubblica Istruzione. A Cagliari la famiglia composta da nonna Nicoletta, suo figlio Corrado e sua nipote Sandra si prepara a festeggiare il Natale davanti alla televisione ma un blackout energetico sconvolge i loro piani.
Biglietto unico: 10 euro
Prenotazione obbligatoria (WhatsApp, Telegram o SMS) al 3755789748 – [email protected]
Silvery Fox Factory: via Dolcetta 12, Cagliari
scritto, diretto e interpretato da: Ilenia Cugis, Giulia Maoddi, Andrea Mura
stage manager e tecnica audio-luci: Claudia Congiu
idea, supervisione al testo e alla regia: Andrea Ibba Monni
grafica: Andrea Oro
organizzazione e produzione: Ferai Teatro

“La Venere Storpia” e “Favolosità” di Ferai Teatro

Finalmente debuttano i nuovissimi spettacoli di Ferai Teatro! Per tutti il mese di novembre alla Silvery Fox Factory in via Dolcetta 12, Cagliari, ogni giovedì, sabato e domenica, ci sarà da ridere:
  • alle ore 19:00 Francesca Cabiddu sarà la protagonista dei monologhi al femminile de “La Venere storpia” – l’attrice diretta da Andrea Ibba Monni reciterà cinque monologhi che vedono protagoniste cinque donne eccezionali: la musa di Dante Alighieri Beatrice Portinari, l’irriverente Oriana Fallaci, la comica Luciana Littizzetto, la meravigliosa Franca Rame e l’indimenticabile Anna Marchesini (durata 70 minuti)
  • alle ore 21:00 va in scena “Favolosità”, una commedia divertentissima sul mondo LGBT+ scritta, diretta e interpretata da Andrea Ibba Monni nel ruolo della drag queen Greta Sofia, insieme a Andrea Mura nei panni di Baby J, Andrea Oro che interpreta Virginia Gaggi e Davide Sitzia che recita il ruolo della drag queen Rainbow (durata 90 minuti).
Biglietto per un singolo spettacolo: 10€
Biglietto per due spettacoli nella stessa sera: 15€
Il biglietto si può prenotare a: [email protected] – 3755789748 (e ritirare entro dieci minuti prima dell’orario di inizio dello dello spettacolo presso la factory).

Iscrizioni alla scuola di recitazione

Ferai Teatro riapre le iscrizioni alle classi di recitazione della scuola “Il mestiere dell’Attore” da lunedì 4 ottobre 2021 sotto la direzione di Ga’ e Andrea Ibba Monni: sarà possibile provarle tutte gratuitamente per tutta la settimana!

Le classi sono concepite in modo da dare la possibilità a chi partecipa di cominciare o di approfondire l’arte della recitazione: si metteranno in risalto le qualità e le competenze già in essere e si trasmetteranno nuove abilità stimolando la fantasia e studiando alcune teorie e le tecniche del teatro. Ogni classe non supererà il numero di 20 unità per garantire spazio fisico e la gestione e un ottimo rapporto uno-ad-uno tra partecipante e insegnante.

DOVE SI TROVA? I laboratori si svolgeranno presso la Silvery Fox Factory (via Dolcetta 12, Cagliari, clicca qui per visualizzare su google maps) rispettando le normative anti-Covid vigenti. Lo spazio è di 300mq per 8 metri di altezza.


QUANTO COSTA? Abbiamo deciso di non aumentare il costo del laboratorio, un prezzo ancora fermo dal 2014 e che risulta essere sempre meno della metà di qualunque altro laboratorio professionale di Cagliari: si pagherà l’equivalente di una quota di 30 euro al mese, ossia 75 euro ogni 10 settimane.

QUALI SONO LE CLASSI TRA CUI SCEGLIERE?

CLASSI PER TUTTƏ

Classe Kammerspiele, teatro tradizionale. Dai 4 anni d’età in su.
Ogni lunedì (dal 4 ottobre) dalle 19:00 alle 20:50; docenti: Ga’ e Andrea Ibba Monni

Classe La Fenice, teatro tradizionale. Dai 4 anni d’età in su.
Ogni lunedì (dal 4 ottobre) dalle 21:00 alle 22:50; docenti: Ga’ e Andrea Ibba Monni

Classe Odeon, teatro tradizionale. Dai 4 anni d’età in su.
Ogni martedì (dal 5 ottobre) dalle 17:00 alle 18:50; docenti: Ga’ e Andrea Ibba Monni

Classe Drury Lane, teatro tradizionale. Dai 4 anni d’età in su.
Ogni martedì (dal 5 ottobre) dalle 19:00 alle 20:50; docenti: Ga’ e Andrea Ibba Monni

Classe Abadìa, teatro performativo. Dai 4 anni d’età in su.
Ogni venerdì (dall’8 ottobre) dalle 19:00 alle 21:00; docente: Ga’

CLASSI DIVISE PER ETÀ

Classe Senilia, teatro tradizionale. Esclusivamente dai 60 anni d’età in su.
Ogni mercoledì (dal 6 ottobre) dalle 15:00 alle 16:50; docente: Francesca Cabiddu con Andrea Ibba Monni

Classe Baby Ferai, teatro tradizionale. Esclusivamente dai 4 ai 10 anni d’età.
Ogni mercoledì (dal 6 ottobre) dalle 17:00 alle 18:50; docente: Francesca Cabiddu con Andrea Ibba Monni

Classe Puerilia, teatro tradizionale. Esclusivamente dai 10 ai 14 anni d’età.
Ogni venerdì (dall’8 ottobre) dalle 17:00 alle 18:50; docente: Francesca Cabiddu con Andrea Ibba Monni

COME PUOI PARTECIPARE?

Riserva il tuo posto scrivendo nome, cognome, contatto telefonico via email a [email protected] o via WhatsApp/Telegram/SMS al 3755789748

Sarà possibile frequentare più di una classe pagando la seconda classe solo metà del prezzo se ci saranno posti disponibili da lunedì 18 ottobre (ossia dopo la settimana di iscrizioni).

Fernweh – Baratto Teatrale 2021 – Ferai Teatro

Fernweh, desiderio dell’altrove è il progetto di Baratto Teatrale 2021 ideato e diretto da Ga’ per Ferai Teatro. Fernweh è una di quelle parole tedesche che non si possono tradurre come unica parola in lingua italiana, riassume la nostalgia di luoghi lontani e comprende il desiderio impellente di arrivarci fisicamente e mentalmente abbandonando le circostanze conosciute.

Quando e dove: Fernweh, desiderio dell’altrove è un’esperienza artistica che inizierà lunedì 12 luglio e terminerà a fine agosto 2021 e che si svolgerà in collaborazione con Domus de Luna presso il Teatro Dante, via Generale Cantore e successivamente in tutto il quartiere di Santa Teresa a Pirri.

A chi è rivolto: possono partecipare tutte le persone autonome e autosufficienti di tutte le età ed esperienze.

Prima fase: GATE (dal 12 al 30 luglio).

Gate” è un workshop artistico e chi chiede di partecipare verrà smistatə in uno dei seguenti quattro gruppi, ogni gruppo richiede una frequenza bisettimanale, ciò che cambia è la fascia oraria, pomeridiana o serale, secondo questo schema:

giorni: 12, 15, 19, 22, 26, 29 luglio:

  • GRUPPO 1 – SAMBHALA dalle 17:00 alle 18:45
  • GRUPPO 2 – IPERBOREA orari: dalle 19:00 alle 20:45

giorni: 13, 16, 20, 23, 27, 30 luglio:

  • GRUPPO 3 – AVALON dalle 17:00 alle 18:45
  • GRUPPO 4 – EL DORADO dalle 19:00 alle 20:45

Seconda fase: FLIGHT (agosto)

Flight” è la parte dedicata alla costruzione dello spettacolo “Fernweh” e si avrà accesso se si vorrà e se si potrà partecipare. Le date delle prove verranno concordate in seguito e a fine Agosto si andrà in scena.

Come si partecipa: la partecipazione all’intero progetto Fernweh, desiderio dell’altrove è interamente libera e gratuita a tutti i livelli: il Baratto Teatrale è uno scambio di esperienze ed emozioni.

Bisogna scrivere entro giovedì 8 luglio 2021 a [email protected] o via WhatsApp/Telegram/SMS al 3755789748 indicando:

  1. Dati anagrafici e contatti;

  2. Eventuali problemi fisici/motori che dobbiamo conoscere;

  3. A quale tra i gruppi Sambhala, Iperborea, Avalon e El Dorado puoi aderire (indicare almeno due gruppi);

  4. Perché vuoi partecipare al Baratto Teatrale 2021.

Attenzione:

È richiesta una tenuta sportiva fresca e pulita.

È obbligatoria la massima cura dell’igiene personale e il totale rispetto delle norme anti-Covid vigenti nel momento in cui si lavorerà al progetto.

Il percorso artistico:

Viaggiamo da sempre, forse non ci siamo mai fermati. Siamo forti perché accettiamo di essere fragili. Forza prima della debolezza. Il nostro non è il percorso di chi cade, ma di chi si rialza, è un viaggio, conta solo il percorso. Viaggio, prima della destinazione.

Abbiamo strappato le pagine dal libro delle danze per scriverne di nuove, ci abbiamo colorato sopra come bambini e ancora, vogliamo continuare a giocare fuori dai bordi e dai limiti.

Le domande dell’interprete sono le stesse dello spettatore.

Qual è il paese giusto per rinascere? La tua meta preferita più lontana nel tempo storico e nello spazio geografico? Qual è il tuo altrove, il tuo essere altro da ciò che sei? Come si comportano i figli della Terra, che caratteristiche hanno? Qual è il nome della tua Prigione? Come è fatto il terreno migliore su cui camminare e che forma ha la terra inesplorata dentro di noi?

Un gioco di elementi e visioni fuori norma: Fernweh, desiderio dell’altrove è aperto alle persone, ossia interpreti, passanti, professionisti, non professionisti. Pubblico e interpreti dovrebbero arrivare a essere la stessa cosa nello stesso momento o in momenti intercambiabili.

Fernweh, desiderio dell’altrove è uno spettacolo sulla norma non conforme, ha bisogno di energie e persone non uniformate ai cliché dell’attore o dell’artista, ha bisogno di un desiderio di collettività e comunità antico, antecedente al desiderio sociale, nutrito dalla forzata distanza sociale, insito nel rito primordiale e nell’infantile capacità di immaginare scenari lontani, molto, molto lontani.

Ga’: Ga’ compare nel mondo a partire dal 1986, si interessa al teatro grazie ai laboratori del suo liceo, non finirà mai di frequentarne anche esternamente, fino a debuttare come attore professionista e poi fondare Ferai Teatro nel 2007. Performer, scrittore, regista e insegnante di teatro. Ricerca un’arte scomoda, lontana dalle poltroncine di velluto, dallo stucco barocco, dal teatro della comodità. L’arte deve mettere alla prova e non deve dire tutto quello che sai, ma rappresentare tutto quello che sei.

Ferai Teatro: La compagnia nasce nel 2007 dall’incontro tra Andrea Ibba Monni e Ga’. L’unione delle loro esperienze dà vita al Baratto Teatrale, una serie di rappresentazioni teatrali gratuite che si svolgono in luoghi non convenzionali (strade, chiese, piazze, monumenti) e che prevedono uno scambio culturale tra la Compagnia e l’ambiente che le ospita. La compagnia ha una scuola di recitazione per tutte le fasce d’età che si chiama “Il mestiere dell’attore” e dal 2014 lavora per la ONLUS Codice Segreto con la quale crea le classi di laboratorio integrato per le diverse abilità. Negli anni collabora con alcune compagnie teatrali sarde e mette in scena spettacoli come “I monologhi della Vagina”, “Cuore di Tenebra”, “Io sono Bestemmia” ed “Eros Nero”.

Per maggiori approfondimenti sul Baratto Teatrale di Ferai CLICCA QUI

Diario di Ilenia – 12 ottobre 2020

Lezione 2: il copione

Lunedì 12 ottobre ore 21.00 classe La Fenice

Non tutti sanno che, durante la quarantena, abbiamo continuato a lavorare al testo di Fiori di Pesco, con lezioni online ed esercizi a distanza.

Circa una volta alla settimana, in solo collegamento audio, abbiamo provato il copione.

Ora, il copione è stato modificato, alcuni interpreti sono cambiati, lo stesso i ruoli, le battute, ma tante cose sono le stesse della stesura di Marzo.

Ieri, dal vivo, sentire le voci che per tre mesi avevo sentito solo in cuffia è stato uno strano brivido.

Mi sono accorta che da Marzo a Giugno questo testo è stato parte della mia quotidianità, che la sonorità delle parole, le pause delle battute, i respiri, i concetti, le intenzioni, di Fiori di Pesco, sono sedimentati dentro di me, stratificandosi.

Ma alcuni interpreti sono cambiati.

Ed è stato come sentire qualcosa che mancava, come una riunione di famiglia senza uno zio, senza una cugina.

C’erano però nuovi attori.

E si creeranno nuove energie, nuove sintonie, nuovi scambi, stimoli, spunti.

Ieri eravamo tutti un po’ nervosi, ma è stato bello. Confortante come qualcosa di conosciuto, stimolante come qualcosa di sconosciuto. 

Mancano 19 settimane a Fiori di Pesco.

Parentesi: Cell di Dragon Ball Z

Quando parliamo con le mascherine, sembriamo tutti Cell di Dragon ball Z.

È divertente. È un nuovo modo surreale di fare ogni cosa. Le labbra non si vedono e se sei un pochino sordo non puoi più fare vitale affidamento sui movimenti delle labbra per capire ciò che gli altri dicono.

Sembriamo tutti Cell.

Bisogna guadagnare silenzio intorno a noi per disporci meglio all’ascolto: anche questa è una novità che ci può accrescere. 

Chiusa parentesi.


Le voci degli allievi: Stefano Matta

Ciao Stefano! Grazie per aver accettato questa intrusione! Partiamo con una piccola premessa, Stefano, dicci chi sei, presentati ai lettori del nostro blog.

Ciao, sono Stefano, sono di Cagliari e ho trentatré anni. Sono un musicista ed insegnante di chitarra. La musica è al centro della mia vita insieme a tanti altri hobby tra cui lo sport, il cinema e sono anche di buona forchetta!


Colgo la palla al balzo per chiederti subito come e quando è nata in te la passione per la musica e inoltre… suoni altro oltre alla chitarra?

Sono sempre stato a contatto con la musica fin da piccolissimo grazie ai miei genitori musicisti e ai corsi di propedeutica che facevo durante l’infanzia, ma la vera passione è nata da una parte ascoltando e iniziando a suonare rock da adolescente (gli AC/DC sono stati il top per me), dall’altra più tardi quando studiando in conservatorio ho avuto l’onore di avere dei maestri speciali, uno tra questi in particolare che mi ha fatto capire davvero cosa significa essere un musicista, mi sono appassionato tantissimo e oltre alla musica mi ha dato tante lezioni di vita molto importanti per me.
Chitarra a parte, per hobby e divertimento mi piace cantare, alle medie suonavo il clarinetto, adesso non mi basta più il fiato per farlo. (Ride)


Questo mi incuriosisce particolarmente, Stefano, dopo tanti anni di musica, cosa ti ha portato ad avvicinarti anche al mondo del teatro?

Qualche anno fa ho vissuto un periodo molto difficile della mia vita e questo mi aveva messo davvero in difficoltà emotivamente. Ad inizio 2019, dopo aver visto uno spettacolo Ferai, decisi di provare a fare teatro, perché sapevo che sarebbe stata un esperienza che mi avrebbe fatto crescere e trovare la sicurezza e la fiducia in me stesso che desideravo riacquisire totalmente. Frequentare la classe di recitazione “La Fenice” è stato ed è fantastico, non ci si blocca mai, c’è sempre un dinamismo continuo: in tutti i sensi. Inoltre, è un ottimo ansiolitico per me.


Pensi che la tua esperienza come musicista e cantante sia qualcosa che ti dà una spinta in più anche quando reciti? E viceversa, il teatro ti ha dato qualche dritta per affrontare meglio il pubblico quando ti esibisci con la musica?

Presumo di sì, almeno essermi esibito tante volte su un palco o comunque di fronte ad un pubblico mi ha reso consapevole di quali dinamiche entrano in gioco prima e durante la performance e di sentirmi un po’ più a mio agio. Per la seconda domanda devo dire che sicuramente recitare mi aiuta ad avere forse una maggiore presenza vocale, perché quando si suona è importante anche saper comunicare al meglio con il pubblico. A prescindere, più ci si esibisce e più ci si sente a proprio agio.

A questo proposito, ci racconti un po’ della tua esperienza durante le serate di Open Mic organizzate alla Silvery Fox Factory*? Come ti sei trovato, che esibizioni hai portato?
Agli Open Mic mi sono sempre trovato molto bene, c’è sempre una bella atmosfera. Nelle occasioni in cui ho partecipato mi è capitato di suonare chitarra solista facendo brani in fingestyle come “The Entertiner” di Scott Joplin, in duo chitarra e voce con “Crazy little thing called love” dei Queen o “Personal Jesus” dei Depeche Mode. Ho avuto anche modo di cantare alcuni brani degli HIM e The Darkness. Mi sono sempre divertito insomma, poi è stato piacevole vedere e ascoltare anche gli altri artisti che si esibivano.

Grazie, Stefano, per il tuo tempo! Ho solo un’ultima domanda! Quando sei sul palco, da 1 a 10, quanto ti senti uno “Showman”?

Non saprei, forse 5/6? (Ride). Penso ad esibirmi e a volte neanche mi accorgo di essere lì sul palco.

Ma dai, io ti avrei dato 9 e mezzo/10! È stato un piacere, grazie per questa chiacchierata e per il tuo tempo!

Grazie mille a te, è stato un piacere anche per me!



Ilenia Cugis

Le voci degli allievi: Cristina Cera

Cristina Cera sei indubbiamente un personaggio di spicco della scuola “Il mestiere dell’attore” di Ferai Teatro. Dicci qualcosa di te e sul perché fai teatro.

Sono una persona innamorata della vita: per questo ho scelto dopo un anno di liceo di iscrivermi in una facoltà umanistica. Sono amante della lettura, dell’arte e della storia Ho 24 anni e cerco la mia indipendenza economica, come tanti. Sono una persona che ha dovuto battagliare contro umiliazioni ricevute ai tempi del liceo e ho una travagliata vita famigliare dopo la separazione dei miei quando avevo nove anni.

qual è il ruolo che il teatro ha nella tua vita di tutti i giorni e viceversa?

Il teatro mi ha salvato la vita! Perché ha fatto conoscere la mia voce che per tanti anni non ho avuto il coraggio far sentire. Il lavoro del laboratorio è stato inizialmente scoraggiante ma dopo un duro ma piacevole lavoro ho scoperto delle qualità che non ero conscia di possedere.

Fare teatro perché?

Perché il teatro, come un Saggio Maestro, è un aureo strumento che insegna ad affrontare appieno la vita, offrendo la possibilità di compiere un viaggio interiore dentro di noi per conoscerci meglio al fine di migliorarci, crescere ma soprattutto amarci per come siamo. Nella nostra imperfezione e nella nostra fragilità siamo degli esseri meravigliosi!

Quale esperienza finora più importante con Ferai

Senza ombra di dubbio l’ultima in “Wonderful Oz” poiché non solo è stata una vittoria circa la raggiunta consapevolezza delle mie sempre dubitate capacità, ma soprattutto per l’ amore e il sostegno sincero che ho ricevuto dalla mia grande squadra, la classe Odeon di cui faccio parte.

N.B.O

La voce degli allievi: Angela Mulas

Iniziamo con qualcosa di semplice semplice (forse) mi racconti come ti sei avvicinata al teatro e perché?

Mi sono avvicinata al teatro casualmente e soltanto perché una mia amica (Vittoria) desiderava fare questa esperienza. La mia curiosità mia ha portato a conoscenza dell’esistenza di una nascente scuola di Teatro, Ferai per l’appunto. Da qui il passo è breve per prendere contatto con Andrea tramite fb e chiedere informazioni sui laboratori e sulla possibilità di frequentarli nonostante l’età avanzata.

Parliamo di questa “età avanzata” ha avuto qualche impatto in particolare? E al tempo stesso, in contrasto, il teatro che impatto ha avuto nella tua vita? Una bella passione e basta o ha trovato collegamenti che non ti aspettavi in altre cose?

Il teatro per me è stato come un campo aperto dove non c’era nulla, dove ho potuto coltivare in modo puro e libero da qualsiasi condizionamento tutti i talenti repressi durante l’infanzia e ancor di più nella mancata adolescenza. Il teatro è stata per me l’opportunità di far germogliare, strato dopo strato, la Primavera della mia vera essenza. Personalmente penso che la Primavera non sia da associare alla giovinezza del corpo fisico, come comunemente accade, ma allo sbocciare lento e spontaneo di chi siamo veramente chiamati ad essere nel corso della nostra vita. Poeticamente direi: “La Primavera non è una passeggiata sul prato della spensieratezza, è molto di più, è un dolore che rompe il nostro involucro da dentro per divenire ciò che vorrai essere nelle stagioni che verranno.“

C’è sempre molta poesia, anche disegno che io sappia, poi lo Yoga, tante cose, queste cose sono arrivate o ci sono state anche prima o solo dopo il teatro? Il teatro hai detto, lo hai conosciuto per caso, le altre “vocazioni” invece?

Il disegno e lo Yoga fanno parte di me da sempre, anche se non lo sapevo… nel senso che, se ripenso ai momenti felici di me bambina, mi rivedo leggera e quasi sospesa da terra proprio mentre disegnavo o facevo ginnastica artistica. Per quanto riguarda il teatro ci sono tre aneddoti che lo richiamano nella mia infanzia: il primo è il ricordo legato ad uno zio invalido che viveva con noi in famiglia e che amava le opere classiche. Mentre lui cantava io recitavo col corpo il senso delle parole di quell’opera; il secondo ricordo è una recita scolastica che per lo più mi ha lasciato impresso l’odore, il rumore, la luce e il buio del palcoscenico; il terzo è un saggio di danza artistica sempre sul palco di un teatro.

C’è sempre molto corpo, molto colore, che per me è normalissimo ovviamente, non li vedo come cose separate, ma spesso non lo si vive così.

L’incontro con lo Yoga vero e proprio è stato comunque casuale in età avanzata e in questo caso devo ringraziare Vittoria perché mi ha in qualche modo restituito la stessa opportunità che io le ho offerto col teatro. Mi ha invitato ad una lezione prova presso il centro yoga gestito da sua sorella. Quella lezione per me fu illuminante perché mi sentii da subito a “casa mia”, tanto che dopo sei mesi di pratica presi la decisione di fare il corso di formazione.

Yoga e teatro possono incontrarsi? Lo hanno mai fatto per quanto riguarda te? O lo faranno mai?

Da subito ho avuto questa percezione. Avendo alle spalle già qualche anno di esperienza teatrale, mentre avanzavo nel percorso yogico, sentivo sempre più prepotentemente la connessione tra questi due mondi, quasi come se l’uno fosse dentro l’altro. Infatti il mio desiderio nascosto sarebbe quello di far confluire le due discipline.

E la poesia?

La mia formazione scolastica, come forse ti ho già raccontato, è stata interrotta bruscamente a causa di una situazione familiare molto difficile. Mio padre si è ammalato in giovane età e con cinque figli. La sua malattia è poi avanzata con l’amputazione di entrambi gli arti inferiori. Non c’erano le possibilità economiche per farci studiare e quindi all’età di quindici anni ho iniziato a lavorare come commessa in un negozio di calzature, dove col tempo mi sono fatta spazio esprimendo la mia vena artistica nel campo dell’esposizione assumendo il ruolo di vetrinista.
Le lacune culturali come ben puoi immaginare erano e sono tantissime, ma la curiosità mi ha sempre spinta a imparare da autodidatta. Con questa premessa puoi ben capire che scrivere poesia o prosa non era per me consuetudine ma neanche attitudine perché non l’ho mai fatto neanche in tenera età.

La Poesia è arrivata nella mia vita all’età di 48 anni, esattamente in corrispondenza con la morte di mia zia, sorella più piccola di mia madre. Lei era una pittrice e scrittrice di poesie. Il giorno prima che morisse sono rimasta tutta la sera con lei mano nella mano e ogni tanto tentava di dirmi qualcosa ma non riuscivo a comprenderla. La salutai e quando rientrai a casa sentii un forte impulso di scrivere in versi, cosa mai fatta, tanto che mi spaventai. Di getto scrissi una poesia per lei e da quel momento non ho mai smesso di scrivere. Mi piace pensare che quella sera, attraverso quella stretta di mano, mi abbia trasmesso la sua energia e la sua vena poetica. Ga’ la mia vita è troppo lunga, pensa che con Vittoria stiamo scrivendo un libro a quattro mani, ti dico solo il titolo: “La Sedia”

Uno Scoop editoriale in pratica, dovrò leggerlo assolutamente allora, nel mentre parlami dei personaggi che hai interpretato al laboratorio teatrale e durante gli esiti scenici, il tuo preferito?

Se devo indicarne solo uno allora dico Lady Bracknell di “Habeas Corpus” che è stato il personaggio che mi ha fatto divertire tantissimo perché dentro ho potuto esprimere tutti i miei talenti, le sfumature e i colori della mia personalità. Dal punto di vista personale Lady Bracknell rappresenta la mia parte luminosa e giocosa, mentre Freya e la Donna di fango (“A Oriente del Sole e a Occidente della Luna”) rappresentano il mio lato oscuro. Dal punto di vista teatrale, penso rappresentino le maschere, simbolo principe del teatro stesso. In un futuro teatrale potrebbero incontrarsi magari per chiudere il cerchio… Dopo “A Oriente del Sole e a Occidente della Luna” ho sempre pensato che la Donna di fango avesse molto altro da dire…

Ga’