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Doppia erre, doppie tette (di Ilenia Cugis)

L'immagine può contenere: una o più persone e scarpeLavori con FERRAI? Tratto da una, due, tre, storie vere

Ora. Io non so se il problema nasca dalla parlata Cagliaritana DOC per cui il raddoppio della R è una naturale e incontrollabile conseguenza dell’area geografica in cui viviamo, ma perché “Ferai” è così difficile da pronunciare?

È che poi mi prende anche male dover dire: “ehm, sì, per Ferai.”

E mi rispondono: “sì sì, Ferrai.”

E io: “Ferai.”

E loro: “Ferrai.”

Così, in un loop infinito.

 

La cosa poi mica finisce qui.

“E con Ferrai cosa state preparando? Siete nudi?

Oh, una non può recitare a tette di fuori una volta che poi lo farà in eterno? Forse l’1% degli spettacoli di Ferai ha avuto un tantino di nudità, eppure non si esce dal tunnel di quando, quasi 10 anni fa (DIECI!) il titolo di uno spettacolo revitava “Snuff – Pornografia allo stato impuro!” (qui alcune foto).

Come se tutto il nudo fosse pornografia.

Come se mettessimo in scena i nostri corpi, puliti, vulnerabili, in un atto di esibizionismo e non con un significato artistico profondo.

Come se la pelle fosse superficie e quindi anche superficialità.

La cosa divertente, poi, è che chi fa queste domande mica le fa perché ha mai visto uno spettacolo di Ferai in cui c’era del nudo. Ovviamente no. Ovviamente è tutto per sentito dire. Sentito dire da altri che non hanno visto nulla. In un parlare, parlare, parlare, continuo, privo di basi e contenuti.

Perché chi invece ha visto e vissuto questi spettacoli, ha capito la necessità del corpo di mostrarsi senza maschera, senza finzioni, puro in sé stesso. Perché chi ha visto e vissuto questi spettacoli ha capito dove c’era fragilità e dove invece c’era condanna, dove c’era provocazione e dove c’era dolcezza.

“E quindi lavori con Ferrai?”

“Eh, sì.”

“Ah! State preparando qualcosa?”

“Uno spettacolo molto bello, si chiama ¡FeRAiExTr4vaGanzA!

“Ma… siete nudi?”

“Sì. Faccio vedere le tette. Così, senza motivo. Curioso, eh?”

Ilenia Cugis

Laboratorio teatrale “Il Mestiere dell’Attore” 2017-2018: Drury Lane

Drury Lane – martedì e giovedì dalle 19 alle 21: “Dorra – The Blessed Dark”

Foto di Selene Farci da “Yakamoz” – Ferai Teatro, 2013

Troviamo conforti, troviamo da stordirci, acquistiamo abilità con le quali cerchiamo d’illuderci, ma l’essenziale, la strada delle strade, non la troviamo. Nel mentre corriamo freneticamente, clandestini nella nostra stessa vita, passando da una scena all’altra e cadendo in un’unica direzione: verso noi stessi. Un viaggio nei nostri riti quotidiani e storici, nella nostra purezza e dannazione. Tratto dagli spettacoli “El hombre mas cercano a Dios” e “Yakamoz”, suggestioni di tempo e spiritualità della carne, oltre gli schemi.

La classe imparerà e approfondirà le tecniche di recitazione mettendole in atto sul copione teatrale di “Dorra – The Blessed Dark”

In scena a fine febbraio 2018

Foto di Patrizia Mereu da “El hombre mas cercano a Dios” – Ferai Teatro, 2012

Laboratorio teatrale “Il Mestiere dell’Attore” 2017-2018: La Fenice

LA FENICE – lunedì e mercoledì dalle 21 alle 22.30: Claudia K Freakshow”

Cosa siamo disposti a fare pur di diventare famosi? Killer Star, opinionisti, veline spasmodiche, santoni col naso rosso e occhi come luci di Natale rotte, l’argomento del nostro provino è la sfacciataggine e la nostra prova della settimana è immolare un nuovo eroe sulle testate dei giornali, saremo il tuo video che ha commosso il web, immortali e ricoperti da una pioggia di champagne in un’aura di fuochi d’artificio, finché non ci sentiremo bene. Fame di fama, morte e ossessione, anime spregiudicate pronte a tutto. Tratto da uno dei primi  clamorosi successi di Ferai Teatro, ossia “Snuff – pornografia allo stato impuro” (2011).

La classe imparerà e approfondirà le tecniche di recitazione mettendole in atto sul copione teatrale di Claudia K Freakshow”

In scena a fine febbraio 2018

Giorni di Prova – Lose is more than hesitate

Si avvicina la prova generale.

Tra verità e bugia continuano le prove. Ansia e fermento generale, per tutto quello che c’è in gioco, per i temi trattati, per tutto ciò che hai perdonato, per tutto quello che “ricordare fa male”

Immagino non il giorno dello spettacolo, ma il giorno prima. Insonnia e fermento adrenalinico, c’è disordine in ogni emozione, ma compostezza consapevole, e sarò felice ancora/ennesima volta di poter viaggiare all’interno della volgarità, onirici regni di sesso e morte, luce rosa sulle pareti maculate di trash e killer star. Prova.

Nel filo vibrante e tagliente dell’ansia il primo dicembre penserò: Snuff Origin

Da dove è partito tutto, o meglio, quando abbiamo scelto i temi… società, diversità, sesso, amore, televisione, pornografia… Morte. Su cosa ho iniziato davvero a lavorare, il mio primo pensiero a cosa è volato? Sono cambiato tanto ad oggi? E lo spettacolo con me?

Ancora troppe e troppo poche risposte.

In ogni caso, tutto è cominciato da… qui:

Queen of Stone Age for Snuff lose is more than esitate

Dai Queens of the Sonte Age? non male, ma è semplicemente ciò che avevo nelle orecchie
e che rende l’idea di tante vite incontrate… something good to die for… new mistakes

Sii lo spettacolo che vorresti vedere in scena, mi ripetevano sempre, e in effetti è questo che voglio per Snuff: un groviglio di sbagli, energiche imperfezioni, adrenalina, ansia mortifera, compulsività, tutto ciò che non vorresti mai essere, ma tutto ciò che ti circonda, perbenismi, finta e macabra lussuria… specchio della vita moderna anche nella normalità e nella noia.

Ma non ti annoierai…

Ancora pochi giorni di prova conterai…

 

Ga’