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Ecco a voi – prima serata

Ferai Teatro di Ga’ e Andrea Ibba Monni presenta “Ecco a voi – prima serata”, uno spettacolo comico di Andrea Ibba Monni con Francesca Cabiddu e Katia Massa.

Ospite d’onore la drag queen Amanda No.

Sabato 21 gennaio ore 19:00, ingresso gratuito con donazione libera (no prenotazioni) presso la Silvery Fox Factory, via Dolcetta 12, Cagliari.

La serata è interamente dedicata alla raccolta fondi per rendere il Pride 2023 accessibile alle persone con disabilità grazie ad Arc Cagliari e a tantə amicə sponsor:

– BallysmòS asd;

– Black wave;

– Federica Pittau;

– Francesco Cossu;

– Manu’s Style;

– Rainbow City Café.

Durante la serata saranno messi in palio i premi offerti dagli sponsor oltre che quattro biglietti per i due nuovi spettacoli di Greta Sofia: “Diva” e “Furore”, le nuove produzioni di Ferai Teatro per la primavera 2023.

Durata: 90 minuti.

Dire addio a un personaggio (di Roberta Mossa)

Una sensazione che non passa mai (anche dopo tanti anni di teatro) è la nostalgia del personaggio dopo la fine dello spettacolo: come se fosse un addio. E anche questa volta è andata così… ma partiamo dall’inizio.

Quest’anno avevo deciso di vincere un limite che sentivo di avere da molto tempo, la paura della carta bianca e della libertà creativa, quindi mi sono iscritta alla classe Abadia, il corso di teatro performativo di Ferai. È stato amore già dalla prima prova, le immagini e i suoni che ti arrivano senza pensarci su, la libertà della ricerca che non faceva più paura, anzi! Una bella esperienza, interessante e stimolante… Ma sentivo che mancava qualcosa.

Poi Ga’ e Andrea mi hanno chiesto se volevo partecipare allo spettacolo dell’Odeon (“Wonderful Oz”) per una sostituzione (un’allieva incasinata con un viaggio di studio non ci sarebbe stata nella data dello spettacolo). Classe nuova, persone nuove, un testo mai visto prima, scarse possibilità di successo…. Why not?!

Mi sono detta: “No va beh, non ce la posso fare. Ma potevano chiamare Giulia Maoddi, no? Io sono incasinata… poi mi conosco, faccio mille cose e non riesco a fare bene niente… e metti che trovo un lavoro nel frattempo? No, non se ne parla neanche. Ora lo dico a Ga.”

Cinque minuti dopo:

“Pronto Ga? Sì certo, molto volentieri. Sì, sì, assolutamente! No ma stai scherzando, che figata il mago di Oz, non vedo l’ora di farlo. Sì ok, ok va bene. Ci vediamo stasera. Anzi no, stasera non lo so, che mi sa che sono ancora a Sant’Antioco. Oh, ma dalla prossima prova ci sono eh, stai sicuro. Va bene, cià!”.

Perché? È semplice. È il fascino di un nuovo personaggio da conoscere, da interpretare, la curiosità di sapere chi è, come vede il mondo, sentire nuovi suoni, profumi, atmosfere… è la tentazione di affrontare una nuova sfida, il fascino dell’ignoto. Tutte le persone che fanno teatro sanno che è la parte più interessante. C’è tanta creatività nell’interpretare un personaggio all’interno di un copione. E in qualche minuto mi sono resa conto di quanto mi fosse mancato.

Arrivo alla prima prova con l’Odeon alla Silvery Fox Factory, in punta di piedi, con l’idea che andavo per fare le mie prove, restare concentrata il più possibile per non disturbare la concentrazione del gruppo e andarmene. Invece i miei compagni di scena mi hanno fatta sentire subito a mio agio e trascinata nel simpatico caos dell’Odeon. Non ci si prende troppo sul serio, si accettano tutti, il loro carattere e le loro paure, si può lavorare con i veterani e con chi è alla prima esperienza, con i giovani e con i meno giovani. In un percorso di laboratorio anche il lato umano è importante, e le persone ti sorprendono sempre, sia in negativo che in positivo. Ho lavorato in un clima molto inclusivo, col morale sempre alto, e così di prova in prova si è creato il mio caro Spaventapasseri senza cervello: convinto di essere stupido, solo perché ha scelto di vedere il mondo con la curiosità di un bambino, libero dagli schemi di comportamento precostituiti, libero dal suo ego, dai preconcetti, dall’idea dell’apparire di fronte agli altri. Sempre in cerca di nuove prospettive con cui guardare il mondo: a testa in giù, attraverso l’oliatore, con la lente di ingrandimento su qualsiasi cosa che attiri la sua attenzione. Disinteressato e senza calcolo nell’amicizia, pronto a conoscere nuove persone. Il cervello, ovviamente, lo aveva! È stato bello farlo vivere sul palco.

Dopo che sfuma l’adrenalina pura dello spettacolo, torna quella sensazione di nostalgia che non passa mai, neanche dopo anni di teatro, dopo che ci fai l’abitudine.

Roberta Mossa

Quarantotto piedi per Cenerentola (di Ilenia Cugis)

Risultato immagini per cinderela funnySono passate 12 ore da quando “Cenerentola chi?” è andato in scena, e sento ancora l’adrenalina.
Quando fai uno spettacolo bello, è sempre così, sul palco dai tutte le tue energie, tutte le tue forze, quindi dopo è solo l’adrenalina a tenerti in piedi: a farti ridere, scherzare, dire “lo rifarei anche subito!”, quando invece è probabile che poi dormirai 10 ore e mezza di fila.

La Fenice è una classe bellissima. Sarà l’orario, sapete, dalle 21 alle 22.30, arrivano solo persone estremamente motivate a far teatro: gli indecisi a quell’ora cenano (giustamente).
Eppure si è creato un gruppo estremamente eterogeneo tra allievi alla loro primissima esperienza e “”veterani”” della scena, tra timidi ed estroversi, tra creativi e precisini, un bilanciamento perfetto dei nostri punti di forza e delle nostre debolezze, che ci ha permesso di portare un scena uno spettacolo a tutti gli effetti.

A teatro l’emozione si intromette sempre, lo sappiamo, la sala prove e il palcoscenico hanno luci, dimensioni, durezze diverse, lo sappiamo. Cambiano un po’ gli spazi, i rumori che fa il pavimento sotto di noi. Cambiano tante cose e a volte si può sbagliare una posizione, si può dire una battuta dando le spalle, ci si può schiacciare (noi d’altronde eravamo in 24), ma la concentrazione di ognuno di noi ha sopperito a tutto e abbiamo davvero completato alla grande un percorso bello, bello, bello.

Certo, non è mica tutto merito nostro, ma soprattutto dei maestri che riescono a star dietro a ventiquattro persone diverse, diversissime, dando ad ognuno il suggerimento giusto, dando ad ognuno tutto il tempo, creando scene fisiche, pantomime corali, che mica è facile mettere insieme coordinando ventiquattro teste e soprattutto quarantotto piedi! (Si è capito che eravamo in 24?)

Grazie, quindi, a tutti i Fenici per aver lavorato così intensamente, ad Andrea e Ga’, a Ferai Teatro tutta, ma anche ad ogni singolo spettatore che si è divertito con noi: Grazie!

Cosa vedrete#4: “Niente e così sia” (di Andrea Ibba Monni)

L'immagine può contenere: una o più persone e persone sul palco

Da tanti anni Ferai Teatro porta in scena spettacoli contro le discriminazioni di ogni tipo, ma la lotta contro le discriminazioni di genere e a favore dei diritti LGBT è da sempre una nostra priorità: “I monologhi della vagina”, “I monologhi del pene” e poi “PorNO gay”, “Basta che succeda!” e “Le avventure di Finocchio” tra i tanti spettacoli. Poi, due anni fa qualcosa cambia: “Se il sole muore”, segna un punto di svolta, un evento che colpisce al cuore pubblico e interpreti e che l’anno scorso ci porta a mettere in scena un prequel ideale: il controverso e discusso “Quel giorno sulla luna”, uno spettacolo divisivo che ci ha lasciato ancora qualcosa da dire. [continua dopo la foto]

L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta

Stavolta ho chiesto a Ga’ di mettere mano ai copioni e di scrivere la drammaturgia di “Niente e così sia”, chiusura di una trilogia di spettacoli che andrà in scena a Cagliari il 28 giugno 2019, a 50 anni esatti dai Moti di Stonewall all’interno della rassegna “Ferai/Pride”*. Alla classe Odeon il compito di portare in scena qualcosa di tanto importante per Ferai Teatro. Ho chiesto a Ga’ di scrivermi che cosa sarà “Niente e così sia” e riporto fedelmente le sue parole:

Odio, paura, vergogna, questi sono i vizi capitali del mondo che è rinato, peccati mai contemplati da chi addita la lussuria, la pigrizia, l’ira. Avevo paura di quella parata, perché in realtà desideravo tantissimo poterne far parte. Così oggi marcerò per quella parte di me che aveva troppa paura e per quelli che non possono farlo, per le persone che vivono come anche io ho vissuto. Oggi marcerò per ricordare che non sono un io e basta, ma che sono anche un “noi”. Tutto è così logico e sensato nell’amore, che improvvisamente, le differenze create dal peso dei tempi, sono niente, e noi stiamo parlando del niente, di nessuna guerra, niente e così sia.

[Andrea Ibba Monni]

*nella stessa rassegna ci saranno: “Le sciroccate”, “Dionysius”, “Libera nos a malo”  e “Passioni a Villanova 2”

Queer as f*ck! – ben oltre un semplice laboratorio

“Ferai Teatro fa un altro laboratorio teatrale gratuito riservato agli under30”

ma in realtà non è solo questo.

Queer as f*ck! è l’occasione per trattare tematiche di sessualità in maniera davvero libera grazie al teatro; Queer as f*ck! è anche e soprattutto un’occasione: quella di celebrare la vita raccontando molte vite diverse e ricordando che la diversità è ricchezza, non povertà; Queer as f*ck! è un percorso che fa bene all’anima e al corpo perché l’arte fa bene alla salute sempre e in ogni circostanza; Queer as f*ck! è un percorso che porterà alla luce del sole storie vere che hanno cambiato il mondo; Queer as f*ck! è l’occasione per prendere coscienza che la natura umana e animale non è una strada a senso unico bensì molte strade, alcune si incrociano mentre altre saranno sempre parallele; Queer as f*ck! è la possibilità di far conoscere la magia dell’arte; Queer as f*ck! è la serenità di ritrovarsi per un fine più grande, quello di fare un teatro politico nella misura in cui la politica è bellezza collettiva; Queer as f*ck! è spirito di squadra, fratellanza, sorellanza, amore e rispetto.

Dal 4 maggio al 22 giugno, tutti i sabati dalle 15 alle 17 alla Silvery Fox Factory in via Dolcetta 12, costruiremo un percorso di consapevolezza sociale attraverso l’arte teatrale: si andrà in scena venerdì 28 giugno in occasione dello spettacolo “Niente e così sia” che è in prova da inizio marzo con la classe Odeon della scuola di Ferai Teatro all’interno della rassegna “Ferai/Pride”* (clicca qui) per celebrare i 50 anni dai Moti di Stonewall.

INFO E ISCRIZIONI: [email protected]

 

 

Cosa vedrete#2: “Passioni a Villanova 2” (di Andrea Ibba Monni)

Chi mi conosce lo sa quanto sia cresciuto a pane e soap opera. C’era anche molta pastasciutta e abbondanti merendine, ma le soap opera sono state i miei appuntamenti fissi: imperdibili e intoccabili. Il mio alter ego si chiama Rusty, come il fratello della mitica Reva Shayne di Sentieri e per anni sono stato anche un fedele seguace di Beautiful, Febbre d’Amore e delle varie telenovelas dei pomeriggi e delle serate della gloriosa Rete4 degli anni ‘90.

Ecco perché insiemea Ga ho scritto Passioni a Villanova” una soap opera comica da palcoscenico che ha già debuttato sabato 23 febbraio 2019 e che è stato un tripudio di bizzarri intrighi e travolgenti risate.

Seguendo il motto: “Villanova non è grande: è così piccola da non riuscire a contenere tutte le sue più roventi passioni!” anche in questo secondo nuovo spettacolo seguiremo le avvincenti storie della famiglia Lecis Cocco Ortu De Joannis Aymerich, della famiglia rivale Puddu e delle ragazze dell’Istituto Santa Caterina. Al centro di questa puntata scopriremo (o forse no?) chi sarà il volto della campagna pubblicitaria della gassosa creata appositamente per la sponsorizzazione del Pride Sardegna 2019: “Miss Pride Bullucas 2019”

Trisha Puddu, Ashley Cambarau, Stephanie Ledda, Susan Carcangiu, Lucy Denotti e tutti gli altri personaggi aspettano di raccontarsi tra numerosi intrighi, spregiudicati giochi di potere, torbidi inganni, perfidi ricatti, scabrosi tradimenti e soprattutto roventi passioni…a Villanova!

Lo spettacolo Passioni a Villanova 2andrà in scena a fine giugno a Cagliari all’interno della rassegna “Ferai/Pride”(clicca qui) per celebrare i 50 anni dai Moti di Stonewall*. Se a febbraio è stato portato in scena dalla classe Odeon, questa colta sarà La Fenice della scuola di recitazione di Ferai Teatro a cimentarsi con la comicità, appena dopo aver portato in scena egregiamente le vicende di “Sylvia Plath: il richiamo fatale della perfezione”

[Andrea Ibba Monni]

*nella stessa rassegna ci saranno: “Le sciroccate”, “Dionysius”, “Niente e così sia”  e “Libera nos a malo”

Cosa vedrete#1: “Le sciroccate” (di Andrea Ibba Monni)

Nella mia vita ha sempre soffiato un forte vento di scirocco quando si sono manifestate cose grandi e importanti…un forte vento di scirocco… Quando tira il vento di scirocco sta succedendo sempre qualcosa di importante.”

Nello spettacolo “Le sciroccate” racconto le storie di due donne che si incrociano a distanza di quarantanni l’una dall’altra, legate dal filo dell’indicibile: essere donna, libera e lesbica in un’Italia perbenista e ipocrita. All’ombra di un decennale albero di pesche passato e presente si fondono a raccontare una storia che si ripete, come una eco eterna, di generazione in generazione. Infatti le protagoniste di queste vicende sono discendenti dirette di Assunta Lobina e Jaime Curreli, l’infelice coppia nata sul palcoscenico nel 2016 nello spettacolo Maria Gratia Plena“.

Una commedia in agrodolce, poetica e divertente, commovente e romantica sulla scia della cinematografia dei primi film di Ferzan Özpetek. Un tributo alle Donne con la D maiuscola dato alla classe Kammerspiele della scuola di recitazione di Ferai Teatro: una classe da sempre unita e coraggiosa che ha affrontato ogni spettacolo con unità, impegno e serenità.

L’obbiettivo della stesura drammaturgica è quello di riportare in scena emozioni e sensazioni grazie a un testo scarno, scambi di battuta rapidi, essenziali. È uno spettacolo estivo, fatto di odori di salsedine e afa, bicchieri di vino ghiacciato e polpa di pesca. C’è tutto il mediterraneo e quell’Italia speranzosa degli anni cinquanta e dei primi anni ottanta.

Lo spettacolo “Le sciroccate” andrà in scena a fine giugno a Cagliari all’interno della rassegna “Ferai/Pride”*  (clicca qui) per celebrare i 50 anni dai Moti di Stonewall

[Andrea Ibba Monni]

*nella stessa rassegna ci saranno: “Le sciroccate”, “Dionysius”, “Niente e così sia”  e “Passioni a Villanova 2”

Cosa vedrete#3: “Libera nos a malo” (di Andrea Ibba Monni)

Quando nell’aprile del 2016 ho visto Le sorelle Macaluso di Emma Dante a Cagliari, ho deciso di scrivere un dramma tutto sardo che potesse commuovere e coinvolgere il pubblico almeno quanto quel bellissimo spettacolo aveva toccato le mie ghiandole lacrimali. Nacque Maria Gratia Plena, una piece che piacque tantissimo sia al pubblico che lo vide che agli allievi attori della classe Drury Lane di Ferai Teatro che lo interpretarono.

Dallo spettacolo:

Che pena che mi fai! Ma la tua colpa non è l’ignoranza bigotta che ti acceca: la tua colpa è che tu scegli di farti accecare. Non devi confessarti a un prete: devi parlare a te stessa, ma davvero! Guardali tutti! Guarda queste anime perse, guardati allo specchio, guarda il cadavere di Maria, di Maria piena di grazia.

Ho scritto il seguito della storia e l’ho intitolato “Libera nos a malo” che andrà in scena a fine giugno a Cagliari all’interno della rassegna “Ferai/Pride”* (clicca qui) per celebrare i 50 anni dai Moti di Stonewall. Nella Cagliari degli anni ’30 del ventesimo secolo, dopo la tragica morte della giovane Maria Lobina (protagonista dello spettacolo del 2016) tutta la sua famiglia e le persone ad essa legate affrontano alcuni drammi scaturiti da questo omicidio. Viviamo un breve periodo di questo microcosmo e della vita dei suoi abitanti tra temi come l’omosessualità, la lotta di classe, l’incesto, la pedofilia, l’ignoranza di una comunità troppo chiusa in sé stessa per potersi emancipare: è ineluttabile declino di chi ha troppa fede nella religione e troppo poco coraggio in sé stesso.

Da “Maria Gratia Plena” nasce anche un altro spettacolo, non un seguito, bensì uno spin-off che segue uno specifico ramo dell’albero genealogico della dinastia dei Lobina. Ma de “Le Sciroccate” (ne parlo qui).

[Andrea Ibba Monni]

*nella stessa rassegna ci saranno: “Le sciroccate”, “Dionysius”, “Niente e così sia”  e “Passioni a Villanova 2”

Una fine e un nuovo inizio (di Andrea Ibba Monni)

Nell’aprile del 2015 abbiamo deciso di aprire una nuova fase del nostro percorso artistico iniziando a lavorare su un’idea, una visione, una necessità: uno spettacolo al quale abbiamo iniziato a lavorare concretamente nel novembre di quell’anno e che poi avremmo chiamato “Cuore di Tenebra”  (clicca qui per le foto di scena)

Scrivevo a Ga’ e Federica Musio in una nota di regia in seguito alla prima prova:

Cuore di tenebra deve essere uno spettacolo nuovo sotto tantissimi punti di vista. Non è solo una necessità per il pubblico, ma anche per me da regista e soprattutto da interprete (e ho bisogno di aiuto, di occhi esterni). Novità significa sconvolgere la prassi dell’“arrangiamoci” e cercare di capire cosa vogliamo per poi, solo dopo, capire come ottenerlo. Ho immagini forti, ho necessità che ora sembrano impellenti e che solo il tempo (e voi) mi farà capire se si concretizzeranno, per ora le fisso quassù e ve le comunico. Sono cose che mi hanno spinto a scegliervi quando, a marzo 2015 vi ho proposto questo progetto. Voglio il pop, sempre di più. Voglio pop corn e coca cola, rollerblade e chewingum alla fragola, corde per saltare e tutte quelle cose che possano portarci in un purgatorio somigliante alla California […] A me viene in mente il “Death Proof” di Tarantino perché è una California dai ‘70 ai ‘90 che mi intriga… Noi tre come spiriti, ok, ma più che spiriti, tre morti, due superuomini e una superdonna: intoccabili, potenti, che incutono timore. Ho bisogno di una qualità vocale all’altezza di questa visione, una dizione perfetta (per universalizzare il parlato), una voce inattaccabile e impeccabile…perché i corpi (e quindi anche le voci) devono essere intoccabili, potenti, inarrivabili. C’è questa cosa della “potenza” che mi torna moltissimo, perché a quella vicinanza io non voglio che il pubblico si senta a proprio agio con noi là davanti. […] voglio una recitazione tecnicamente spontanea. Mi spiego meglio: la gente deve capire che nonostante la nostra ricerca dell’empatia, siamo dei draghi che recitano, come se dessimo il cuore ma in un cubo di plexiglass trasparente, come se capissero che siamo noi a tenere il coltello dalla parte del manico, mi spiego? A proposito di ciò vi prego di non affezionarvi al testo e a come l’avete sentito nel cuore mentre lo scrivevamo: portiamolo al pubblico recitandolo, non facciamo sedute dal terapeuta. Cosa intendo? C’è satanismo (sadismo, cattiveria, antipatia) oppure santità (bontà, innocenza, simpatia)… non vedo vie di mezzo, non ho bisogno di qualsiasi cosa possa stare tra questi due estremi. Perché siamo morti, non abbiamo bisogno di cercare vie di mezzo, non abbiamo nulla da perdere, neppure rivivendo certe cose che ci hanno toccato in vita.

Lo spettacolo debutta con il quasi tutto esaurito ma fin dalla prima replica il pubblico invade i teatri in cui accade “Cuore di Tenebra” e il successo è tale da farci proseguire verso la stesura di tre progetti figli: tre monologhi, tre filoni, tre spettacoli satellite. “Cuore di Tenebra” inizia mostrandoci nella quotidianità e svelando improvvisamente le nostre ferite più profonde, senza sconti, fino all’epilogo che ci vede bere un bicchiere di candeggina a testa mentre Sia intona “California Dreamin’”, struggente cover dei Mamas and Papas.

Federica Musio decide di lavorare su “My bff Annie”, uno spettacolo sui disordini alimentari per il quale decide di perdere notevolmente peso e che va in scena nel marzo 2018. In seguito Federica decide di prendere una pausa dal teatro.

Ga’ scrive e dirige il suo “Eros Nero” (clicca qui per le foto di scena) che incarna varie sessualità proibite, ostacolate e controverse per cinquanta minuti intensi, dolorosi, crudi. Lo spettacolo va in scena nell’aprile 2018.“Io sono bestemmia” (clicca qui per le foto di scena) è il mio spettacolo che debutta a marzo 2018: decido di prendere tutti i miei pezzi da “Cuore di Tenebra” e di dar loro un punto di partenza e una conclusione: perché è successo ciò che è accaduto nella mia vita e cosa è successo dopo aver bevuto il bicchiere di candeggina?

Insieme gli spettacoli “Eros Nero” e “Io sono bestemmia” vengono replicati con grandissimo successo anche nell’autunno 2018 e insieme a Ga’ decidiamo che entrambi hanno messo il punto a questo ciclo umano e professionale durato tre anni e mezzo.

Adesso abbiamo bisogno di altro, abbiamo bisogno di novità: le nostre vite private e lavorative si sono evolute e Ferai ora può contare sul lavoro di altre quattordici persone e un’altra intuizione ci porta verso una linea artistica quasi opposta a quella degli ultimi e meravigliosi tre anni e mezzo.

È presto per parlarne, è prematuro, è inutile.

Mettiamo la parola fine a questa fase di Ferai Teatro, con la speranza di replicare questi due spettacoli fuori dalla Sardegna e di concretizzare entro un anno il nuovo spettacolo della compagnia.

Le foto delle locandine di “My bff Annie”, “Eros nero” e “Io sono bestemmia” sono di Sabina Murru, quella di “Cuore di tenebra” è di Sandrino Ulleri.

Andrea Ibba Monni

Ferai Teatro “Quel giorno sulla luna” – la trama

“Quel giorno sulla luna” mette in scena la visione di un’umanità che denigra e massacra coloro ritenuti ‘diversi’ per motivi alimentati dall’ignoranza, dalla paura del diverso, dove l’odio prolifera senza sosta. Un mondo che non solo ti fa sentire sbagliato, ma che propone le differenze come un qualcosa da debellare, che va avanti con le conquiste, che si rende sempre più evoluto ma che cede sempre di più per aspetti più semplici, diventando un ossimoro puro.

E se in questo mondo non possiamo permetterci di amare chi amiamo o semplicemente essere chi siamo, potremmo riuscirci altrove?

E se un giorno decidessimo di volare via, potremmo essere finalmente noi stessi, quel giorno sulla luna?

“Quel giorno sulla luna” è un viaggio che parte dalle origini del nazifascismo e si conclude il 27 giugno del 1969 attraverso sofferenza ed emarginazione che, però, non vede mai la speranza perire.

Elena Melis, Assistente alla Regia dello spettacolo