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E tu come memorizzi un copione?

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Di seguito alcuni metodi di memorizzazione di un copione da parte di qualche allievo del laboratorio di recitazione di Ferai Teatro. Li abbiamo riassunti, alcuni uniti perché tanto simili e con pochissime (ma importanti differenze). Va detto che ognuno ha il proprio personale modo di memorizzare una parte (o dovrebbe averlo) e che quindi vi riportiamo i vari modi, ognuno valido nella misura in cui va ovviamente bene per chi lo utilizza, cercando di evidenziarne sia i vantaggi ma anche gli eventuali punti deboli.

Dopo aver sottolineato, leggo e ripeto frase per frase, man mano che vado avanti con le frasi ripeto sempre dall’inizio aggiungendo la frase nuova. Se necessario sbircio dal foglio e ripeto finché non è più necessario il foglio, cercando nel tutto di concentrarmi sul senso di quello che dico. Questo è un metodo che ha come svantaggio il fatto che le battute finali son quelle che si provano di meno.

Registrazione. Utile per correggere articolazione, respirazione, dizione, difetti di pronuncia ma potrebbe risultare arido alla lunga a livello interpretativo.

Io leggo molte volte e poi provo a ripetere pezzo per pezzo. Lo faccio davanti allo specchio per aggiungere al monologo l’espressione del viso e per tenermi composta quando parlo. Il rischio è che il controllo delle espressioni del viso tenda a sconfinare nella regia del pezzo, ma è un rischio abbastanza remoto.

Leggo e ripeto, leggo e ripeto dividendole battute in frasi e concetti, cercando di capire e interpretare pienamente ciò che c’è scritto. Bisogna poi cercare di unire il tutto in modo omogeneo in modo da non avere troppi frammenti slegati tra loro.

– Come primo lavoro di memorizzazione visiva scrivo le battute prima delle mie e poi le mie. Come secondo step di memorizzazione visiva scrivo solo la parte finale delle battute prima delle mie e poi ancora le mie. Come terzo step registro il 1 punto e ascolto varie volte e poi registro il 2 punto e ascolto varie volte. Come ultimo passo registro tutte le battute degli altri personaggi e lascio lo spazio vuoto per recitare le mie con cesure, intenzione e qualità del personaggio.

– Registro in continuazione tutto il pezzo poi ogni frase con parole mancanti poi ripeto senza ascoltare. Il rischio è che in questa sorta di “quiz” si perda subito la parte interpretativa (la parte principale dell’obbiettivo da raggiungere)

Io accento e metto le cesure alle mie battute e poi leggo e ripeto più volte cercando di memorizzare gli accenti e le cesure. Dopo mi registro prima cercando di stare attenta solo alla dizione, e poi faccio un’altra registrazione di tutte le battute cercando di fare sia dizione che interpretazione. Poi mi ascolto e ripeto prima solo in dizione e poi aggiungendo l’interpretazione. L’ideale sarebbe rendere la dizione scontata e l’articolazione della parola una norma in modo tale da bruciare i tempi e finalmente non separare il buon uso della vocalità a un buon uso del corpo che la racchiude (è come dire che si separa l’uso di una gamba dall’altra).

Registro le scene in cui son presente recitando tutti i personaggi e mi riascolto. Poi registro la scena solo con le battute degli altri personaggi e lasciando un “buco” di silenzio per le mie battute, così quando riascolto attacco e do io la battuta. Ultimo step quando son diventata bravina: recito a voce alta tutte le battute, mie e degli altri. Un procedimento lungo e laborioso che però sicuramente rende sicuro lo stare in scena ed è un allenamento sotto tanti punti di vista che però non deve togliere nulla al proprio lavoro.

Obbligo mia madre a fare tutti i personaggi e ripeto le mie battute. Prima veloce senza interpretazione e poi con sempre più intenzione. Dipendere dagli altri è sicuramente rischioso, soprattutto se “gli altri” non sono colleghi. Ma l’immagine di una madre “obbligata” all’esercizio è molto divertente.

Non ho un vero e proprio metodo. Memorizzo manco fossero un mantra i finali di battuta prima delle mie, quasi come facessero parte della mia battuta, e li ripeto ripeto ripeto. Mi aiuta molto memorizzare studiando in simultanea il personaggio, trovando una voce, un’intenzione. Diciamo che più interpreto, più mi vien facile. Ma alla base c’è ripetere ripetere ripetere. Non avere un metodo è sempre rischioso, lasciare al caso e all’ispirazione la preparazione di un lavoro è sempre negativo soprattutto perché affidarsi solo all’interpretazione, all’intenzione e alla “voce” è troppo casuale, approssimativo.

Scandisco ogni sillaba di ogni parola della frase mentre ripeto in modo neutro, acquisita un po’ di memoria vado più liscio sempre neutro, acquisita più memoria ancora ripeto velocemente sempre neutro ma usando il corpo (gesti, spostamenti) per vedere che mi viene da fare istintivamente, ultima fase quando ho buona memoria provo la scena direttamente se ho vuoti rallento e sillabo o faccio movimenti a ritroso. Corpo e voce riuniti come dev’essere. Approccio lungo ma che dà certamente una gran sicurezza. Bisogna solo far sì che il gesto istintivo lasci poi spazio alla tecnica, al rigore e all’elasticità in sala prove davanti a chi cura la regia e spazio all’azione di chi sta in scena con noi.

Cerco di memorizzare anche le battute precedenti alle mie, non esattamente, ma il senso generale. Cerco sempre di capire l’intenzione del personaggio, in modo da vivermi la scena e non avere problemi di memoria. Capire cosa si sta dicendo e perché lo si dice è certamente indispensabile.

Evidenzio in giallo la mia parte poi evidenzio con colori diversi le battute prima delle mie, per cercare di memorizzare. Leggo e ripeto diverse volte, cercando di ripetere con il copione chiuso. La memoria visiva certamente aiuta parecchio, ma non basta dal momento che ci lascia dipendere troppo dalle altre persone e dalla loro memoria.

Leggo. Ripeto prima la battuta a mente. Cerco la/le parola/e chiave delle battute. Poi le provo. Se non mi convince cambio la parola chiave. Solo per memorizzare però perché poi nell’interpretazione normalmente le parole chiave si inter-scambiano.

È importante darsi appigli, soprattutto interpretativi. Ma dopo aver memorizzato il testo bisogna lasciare libera ed elastica l’interpretazione.

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Immensamente grazie.

ATTENZIONE: Scorrete bene tutto il post, ci sono tante foto e tante cose che vogliamo fissare nero su bianco. PREMESSA: queste splendide immagini che vedete in questo post, sono della bravissima Sabina Murru (cliccate qui per vedere alcuni dei suoi bellissimi scatti) ormai un punto di riferimento creativo ed energetico per Ferai Teatro. Non abbiamo molte parole per ringraziarla: per la sua lealtà e professionalità, per la sua sensibilità, per il suo apporto e per la sua fiducia.

“Il teatro sardo è in crisi!” quante volte l’abbiamo sentita dire questa frase? Tante, tantissime e forse è vero: crisi nera, facciamo subito un bel funerale! Ma prima di ordinare corone di fiori (spendiamo poco ché “ci sono i tagli alla cultura!”) cerchiamo di capire cosa si intende per “teatro” e soprattutto per “crisi”. Ok? No, dai, stiamo scherzando: noi di Ferai Teatro non abbiamo alcuna intenzione di fare gli analisti, anche perché la storia del teatro è tutta una crisi e forse sta proprio in questo precariato millenario la sua forza.

A novembre, dicembre e febbraio abbiamo portato in scena sei nuove produzioni (sarebbero dovute andare in scena tutte nell’autunno 2016, ma per i motivi che trovate cliccando qui non è stato possibile). [continua]

Nelle foto: “Intrannias de amargura” e “I Monologhi della Vagina”

leo vaginaAbbiamo coinvolto (tramite un regolare contratto di lavoro, e quindi pagato) quindici artisti tra “giovani” attori e attori professionisti (per i non addetti ai lavori: è raro, soprattutto se non sei una compagnia teatrale finanziata): abbiamo confermato vecchie collaborazioni e ci siamo tolti qualche capriccio, portando in scena persone che davvero volevamo avere con noi. [continua]

Nelle foto: “Il diario di Virginia G.” e “I Monologhi del Pene”

diario peneAbbiamo avuto l’onore di formare una solida ed efficiente equipe di dieci collaboratori per sei spettacoli dal contemporaneo al comico, dal teatro sociale al teatro in lingua sarda, fino al teatro danza. Senza questa meravigliosa ed efficiente squadra, Ga&Ibba Monni non potrebbero fare tutto quel che fanno da sempre, da quasi dieci anni ormai. [continua]

Nelle foto: “Carne” e “Cuore di Tenebra”

carne cuoreIl pubblico? Un migliaio di biglietti staccati. Un pubblico giustamente sempre più esigente, un pubblico che ci segue e che ci stimola a fare sempre e sempre di più e che ha lasciato il teatro felice perché ha avuto quel che voleva: vivere emozioni speciali. È stato un lavoro duro ma ne è valsa davvero la pena sotto tutti i punti di vista. GRAZIE.

Abbiamo chiesto alle nostre Vagine …. #3

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Di cosa sa la tua Vagina?

  •  Di tutto.
  • Di buono.
  • Pesca inzuppata nel cannonau.
  • Caramello.
  • A volte pozzanghera umida, altre di brodo.
  • Crem caramel.
  • Di mistero.
  • Non ne ho idea.
  • Lipton ice tea.
  • Cacao amaro.
  • Promesse.
  • Panforte.
  • Tra l’aspirina e una dietorella.
  • Un mix di quello che hai mangiato ultimamente e qualche ricordo d’infanzia.
  • Qualcosa di dolce e profumato come lo zucchero filato.
  • Pesca succosa e matura.
  • Mare, pane e fiori appena sbocciati.
  • Latte di mandorla.
  • Cioccolata.
  • Cioccolato alla menta con peperoncino.
  • Nutella.
  • Aria e fiori profumati.
  • Chanel numero 5.
  • Succo di limone con un po’ di zucchero.
  • Miele.
  • Mare.
  • Acqua di mare.
  • Pesce di mare.
  • Ostriche.
  • Frutta.
  • Menta.
  • Fragola.
  • Frutta rossa: fragole, ciliegie e angurie.
  • Fragola e lubrificante.
  • Limone.
  • Yogurt naturale.
  • Yogurt, sangue e miele.
  • Yogurt speziato.
  • Fedeltà.
  • Tortino al cioccolato.
  • Selvaggina e boboetti (dolcetti n.d.r.)
  • Un cibo agrodolce.
  • Una piccola sebada con scorzette d’arancia sopra e una colata abbondante di miele millefiori.

 

Abbiamo chiesto alle nostre Vagine …. #2

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Se la tua Vagina potesse vestirsi, cosa indosserebbe?

  • Vorrebbe stare nuda.
  • Solo una bella sottoveste di seta, leggerissima, color champagne.
  • Divisa da cameriera con piumino e crestina.
  • Mutande anni ’50: alte, nere, avvolgenti, sensuali.
  • Un bel vestito femminile molto scollato.
  • Un paracadute.
  • Un vestito con un’ampia gonna di mille colori.
  • Un vestito di seta bianca, leggero come l’aria.
  • Un perizoma nero di pizzo.
  • Guanti di pelle neri.
  • Elastici colorati.
  • Un velo.
  • Tacchi a spillo e pochette…che altro?!
  • Un velo color crema, svolazzante e morbido.
  • Tenda.
  • Tuta di seta verde…comoda e elegante.
  • Abito nero aderente, tacchi a spillo e un morbido rossetto.
  • Abito di seta rosso.
  • Una tuta sportiva.
  • Buccia di pesca.
  • Reggicalze.
  • Un vestito di seta colorata.
  • Una giarrettiera.
  • Short in jeans e bikers neri.
  • Abito lungo, scollato, nero, scarpe alte, pochi gioielli (delicati)
  • Qualcosa di comodo, morbido, fresco e colorato: semplicemente un perizoma a tinta unita e in microfibra (lei è semplice in apparenza!)
  • Perle.
  • Due gocce di profumo.
  • Un vestito corto blu.
  • Un vestito di papaveri tempestato di smeraldi e zaffiri.
  • Un vestito di luna d’argento e seta.
  • Comode mutande in cotone.
  • Lingerie molto sexy.
  • Piuma.
  • Tutto l’azzurro del cielo.
  • Avrebbe l’imbarazzo della scelta.
  • Tacchi alti e un abitino anni ’50 per tutti i giorni; un po’ porno soft, pizzo e gonne corte per certe occasioni; la tuta e le calze bucate 3-4 giorni al mese.
  • Un fiore.
  • Un abito blu, tutto in pizzo e fru fru.
  • Un tubino strettissimo, incredibilmente provocante!
  • Freschi e leggeri abiti estivi, chiari e comodi, con su disegnati fiori delicati e adornati di pizzi allegri.
  • Nulla…si sta così bene!

 

Sono settanta e sono tostissime. Venerdì 13 e sabato 14  settembre 2013 andranno in scena con “I Monologhi della Vagina – Donne con la D maiuscola” al Teatro Vetreria di Pirri alle ore 21.  Siamo SOLD OUT!!

Abbiamo chiesto alle nostre Vagine …. #1

Se la tua Vagina potesse parlare, che cosa direbbe, in poche parole?

  •  Questa qui è una stronza che mi usa pochissimo.
  • Che bello! Come si sta bene qua, metti un po’ di musica!
  • Che stress!!
  • Peccato non avere i denti!
  • Maledizione!! Ma perché devo avere così tanti problemi di salute?
  • Ho sonno, sono annoiata!
  • Che noia, mi sento sola.
  • Io e te, mia cara, facciamo tante di quelle pubbliche relazioni, ma ne ho le ovaie piene di tutti questi uomini, tutti delle teste di cazzo, un consiglio? Cunnilingus.
  • I love you.
  • Mi stai trascurando!
  • 2013 d.C. ed ancora “Molto rumore per nulla”.
  • Non so se sono bella, ma sicuramente affascinante.
  • Mi serve un chirurgo estetico.
  • No, preferirebbe stare zitta.
  • Fai di me quel che vuoi…
  • Mi ritengo fortunata, più di cuore e cervello.
  • Lasciami in pace!
  • Rendimi sempre felice.
  • Leccami.
  • Attraversami.
  • Rispettami.
  • Prendimi.
  • Goditi la vita attimo per attimo, giorno per giorno.
  • Puoi godere mooooooooooolto di più!!!! Impegnati.
  • Cose divertenti e maliziose, forse si incazzerebbe pure…
  • Sto bene con me stessa.
  • Ho il potere in mano.
  • Aiuto!!!!
  • Verde, rosso o blu?
  • È una grande responsabilità.
  • Basta! Basta con la forza! Faccio entrare solo chi è delicato e dolce.
  • Amami, fino in fondo all’anima.
  • E ora che faccio?
  • Che fortuna la mia libertà!
  • Proprietà Privata.
  • Ancora!
  • Decido io cosa fare, quando farlo e come farlo!
  • Se solo lo avessi saputo prima…
  • Voglio volere!!!!!!
  • Sto ribollendo.
  • Se cerchi la fonte dell’eterna giovinezza, ecco, l’hai trovata: sono io!
  • Stai…vai…
  • Godo come un uomo.
  • Ancora, ne voglio ancora!
  • Giochiamo.
  • Solo con chi voglio io.
  • Ho ricevuto in dono la dolcezza dell’essere amata e dell’amare, sarò sempre colma di gratitudine per chi è stato con me e mi ha aiutata a fiorire, a trovarmi e a trovare, a volermi e a volere bene, a sentirmi più vicina al cuore.

Sono settanta e sono tostissime. Venerdì 13 settembre 2013 andranno in scena con “I Monologhi della Vagina – Donne con la D maiuscola” al Teatro Vetreria di Pirri alle ore 21. Qui tutte le info (CLICCA QUI) Non perdetevelo!